
FASHION ECO- FRIENDLY
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E’ un concetto ben radicato quello del Fashion eco-sostenibile e di sensibilizzazione ambientale.
Già nel 1988 la Maison Margiela debuttava sulle passerelle con un abito realizzato totalmente con tessuti riciclati.
Poi Franca Sozzani che, nel 2010 su Vogue Italia, pubblicava un servizio fotografico con allusioni al disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon al largo del Golfo del Messico, e ai milioni di barili di petrolio ammassati sul fondale marino.
L’industria della moda Made in Italy va a pari passo con la cultura del tempo e della sostenibilità, ed è infatti sempre più diffuso l’utilizzo di materie prime con lavorazioni a basso impatto ambientale e, di conseguenza, con miglior smaltimento delle scorie.
Pelle vegetale prodotta in laboratorio, canapa, cotone, lino e seta biologici, lana, Lyocell (il tessuto realizzato con i derivati dell’eucalipto), bamboo.
Ma non solo, oltre all’impatto ambientale, occorre considerare anche l’aspetto etico – sociale, cioè realizzato senza sfruttamento di manodopera a basso costo, nel rispetto dei diritti dei lavoratori.
Uno studio de McKinsey&Company in collaborazione con la Camera nazionale della moda italiana (Cnmi) dimostra che il consumatore é sempre più sensibile e consapevole al tema dell’ambiente, soprattutto le nuove generazioni, che preferiscono scegliere un capo prodotto a km 0 anche spendendo il 5 – 10% in più.
«Uno su quattro ha ammesso di aver tolto almeno un brand dal proprio portafoglio per ragioni ambientali, di giustizia sociale o di welfare animale», spiega Antonio Achille, senior partner di McKinsey & Company. (fonte “IlSole24Ore”)
Un approccio che condividiamo, una rivoluzione nello shopping, che guarda non solo al tipo di prodotto ma anche alla storia della sua creazione.